lunedì 8 ottobre 2012

Gears of War



In questi giorni ho deciso di recuperare un po' di giochi di qualche anno fa, ma che hanno fatto la storia dell'attuale generazione di console.
Oggi è il turno del primo capitolo di Gears of War, il gioco che più di tutti ha sdoganato il genere degli sparamuretto, cioè gli sparatutto in terza persona con coperture.
Il gioco ci catapulta subito in azione, con un piccolo tutorial in-game, senza troppe spiegazioni. Impersoniamo Marcus Fenix, e all'inizio ci troviamo in una cella salvo essere immediatamente liberati da un militare che sembra conoscerci.
Da lì in poi tramite sporadici dialoghi e cut scenes veniamo a scoprire qualcosa in più, in particolare capiamo che la civiltà è stata quasi spazzata via 14 anni prima, in quello che viene chiamato il giorno dell'emersione, da una specie spuntata dalle viscere della terra e fino ad allora sconosciuta.
A questa specie è stato dato il nome di Locuste, e noi siamo uno degli ultimi superstiti in grado di fermare la loro avanzata.


Prima di iniziare a giocare ero un po' incerto su cosa aspettarmi, mi aspettavo un gioco ormai tecnicamente obsoleto, ed invece mi sono ritrovato davanti qualcosa che tiene ancora il passo con i prodotti più recenti.
E' un gioco che ha 6 anni sul groppone ma non li dimostra assolutamente, infatti graficamente è ancora un spettacolo con personaggi ottimamente definiti, ambientazioni splendide e cut scenes di sicuro impatto.
L'unico difetto che gli si può trovare è una palette di colori troppo tendente al grigio/marrone, ma è un difetto che gli ho perdonato non appena iniziato il capitolo ambientato di notte sotto una pioggia torrenziale, spettacolo puro.


Purtroppo non sono tutte rose e fiori, e i 6 anni si sentono tutti sul fronte del gameplay.
Il gioco è praticamente uguale dall'inizio alla fine, con pochissime variazioni dei nemici, che restano sempre praticamente gli stessi.
I movimenti di Marcus sono impacciati e a spesso si incastra tra i compagni e l'ambiente, insomma l'impressione è che ci sia molto da limare nel sistema di controllo, cosa tra l'altro comprensibilissima visto che il gioco risale al 2006.
Anche la gestione delle armi non mi è piaciuta particolarmente, alla fine ho usato sempre le stesse due che andavano bene sia a corto che a lungo raggio, con buona pace dei vari fucili da cecchino e fucili a pompa.
Stesso discorso per le granate, purtroppo per utilizzarle bisogna mettere via le armi, e questo fa sì che alla fine si decida di farne a meno quasi sempre.


Ho apprezzato il fatto che il gioco non sia assolutamente semplice, anzi si muore di gusto anche al livello di difficoltà più basso perchè i nemici non stanno semplicemente dietro i muretti a nascondersi ma spesso e volentieri vengono a cercarci oltre le coperture, costringendo così il giocatore a muoversi spesso ed adottare diverse strategie per diversi nemici.
Insomma alla fine un buon gioco, sicuramente ottimo per l'epoca ma che adesso mostra i suoi limiti e una trama a mio avvisto abbastanza piatta con pochi momenti davvero memorabili.



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